La formazione di calcoli renali è imputata solitamente all’alimentazione, ma pare che anche le nostre abitudini di sonno possano influire.
Chiunque abbia avuto a che fare con i calcoli renali sa perfettamente quanto possano essere dolorosi quando si formano e sono talmente grandi che risulta impossibile espellerli tramite le vie urinarie. Tra i sintomi più comuni c’è il forte dolore al fianco che può essere accompagnato anche da senso di nausea, irrequietezza e persino vomito.
Potrebbe anche verificarsi di accorgersi di avere dei calcoli renali quando si va in bagno e si nota che ci sono delle tracce ematologiche nelle urine. Al fine di essere certi che si tratti proprio di calcoli renali è opportuno fare un esame del sangue, dei test metabolici e una radiografia delle vie urinarie per verificare la presenza dei cristalli di ionio presenti nei reni.
In base alla dimensione dei calcoli il medico deciderà quale terapia intraprendere. Se questi infatti sono inferiori a 6mm è possibile espellerli andando in bagno, ma affinché questo accada è necessario cambiare stile di alimentazione, assumendo almeno 2 litri di acqua al giorno (anche quella del rubinetto qualora si abbia a disposizione un depuratore o si utilizzino delle brocche con filtri depuranti) e limitando il consumo di sale e soprattutto il consumo di proteine animali.
Nel caso in cui le dimensioni siano superiori a 6mm purtroppo si dovrà procedere con la rimozione tramite intervento chirurgico. Un’operazione che oggi può essere fatta con maggiore sicurezza in laparoscopia. In ogni caso si tratta di un problema che tende a ripresentarsi, dunque chi ne ha sofferto in passato deve prevenire la riformazione con uno stile alimentare adeguato.
L’attenzione all’alimentazione e alla corretta idratazione del corpo, oltre che uno stile di vita sano e attivo potrebbero però non essere sufficienti ad evitare la formazione di calcoli renali. Secondo quanto emerso da una recente ricerca condotta dall’Università della California a San Francisco, parrebbe che ad influenzare e giocare un ruolo importante nella formazione dei calcoli renali ci sia la posizione assunta durante il riposo notturno.
Al fine di verificare questa ipotesi, i ricercatori californiani hanno esaminato le abitudini notturne di 93 pazienti affetti da calcoli renali, riscontrando una correlazione tra queste e la formazione dei cristalli nei reni. Secondo quanto scoperto, infatti, pare che abbiano maggiori possibilità di soffrire di questa patologia quelle persone che tendono a tenere sempre la stessa posizione a letto.
In particolar modo pare che siano più a rischio quelle persone che dormono principalmente su un solo fianco e ancor di più quelle che dormono sul fianco destro. La posizione assunta durante il sonno non permetterebbe il corretto flusso sanguigno nella zona di appoggio e questo – dato che dormendo sul fianco viene coinvolto il rene – favorirebbe la formazione di cristalli.
Ovviamente, prima di essere presa come una verità assoluta, la ricerca andrà ulteriormente approfondita e confermata da ulteriori studi effettuati su un campione più ampio di persone. In ogni caso la posizione a letto sarebbe solo una concausa e dunque non sarebbe necessariamente sufficiente a generare il problema.
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