Oltre alla pensione di reversibilità alcuni superstiti di pensionati INPS possono ottenere l’Assegno di vedovanza e incrementare le entrate.
L’assegno di vedovanza è un contributo che si può associare alla reversibilità o alla pensione di invalidità. La misura spetta al coniuge vedovo a condizione che rispetti alcuni requisiti fondamentali. Scopriamo quali e come richiedere l’aiuto economico.
Quando un pensionato muore oltre al dolore per il lutto ci sono preoccupazioni in merito alla sopravvivenza economica specialmente se la pensione del de cuius era l’unica entrata familiare. Lo Stato non abbandona i superstiti e concede la pensione di reversibilità. Parliamo di una quota del trattamento erogato al pensionato prima del decesso che varia in base al rapporto di parentela e al numero dei superstiti.
La moglie sola, ad esempio, riceverà il 60% dell’importo dell’assegno pensionistico mentre se oltre la moglie ci sono due figli a carico del pensionato al momento della morte la quota spettante sarà del 100%. Nel caso in cui i superstiti avessero redditi personali allora scatteranno delle riduzione della pensione di reversibilità. L’entrata aiuterà comunque la famiglia del de cuius a mantenere lo stile di vita preesistente. Parallelamente alla reversibilità, poi, alcuni percettori possono richiedere e ottenere anche l’assegno di vedovanza. Parliamo di una misura aggiuntiva erogata al sussistere di specifici requisiti.
Quando spetta l’assegno di vedovanza ai percettori di reversibilità
L’assegno di vedovanza spetta al coniuge vedovo e prevede una maggiorazione della reversibilità a condizione che l’interessato si trovi in una condizione di disabilità. Per poter ottenere la prestazione, nello specifico, il superstite dovrà avere l’invalidità certificata del 100% ed essere stato riconosciuto inabile a proficuo lavoro. In alternativa dovrà essere titolare di un assegno di accompagnamento o aver ottenuto un certificato attestante l’inabilità al valoro sottoscritto dal medico di base. Il requisito sanitario non è l’unico requisito da soddisfare.
Sarà necessario che il percettore di reversibilità sia vedovo/vedova di un lavoratore impiegato nel settore pubblico o privato oppure di un lavoratore autonomo iscritto alla Gestione Separata. Sono esclusi dal beneficio, però, gli autonomi artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni. Per poter ottenere l’aiuto bisognerà presentare una completa documentazione all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Serviranno la data di vedovanza, la categoria e il numero della pensione di reversibilità che deriva da lavoro dipendente, il verbale di invalidità civile nonché l’ultima dichiarazione dei redditi.
A completamento della documentazione il proprio documento di identità e il codice fiscale. Per quanto riguarda l’importo dell’assegno di vedovanza varia in base al reddito del richiedente. Sarà di 52,91 euro per redditi entro i 33.274,22 euro e di 19,59 euro per redditi compresi tra 33.274,23 euro e 37.325,55 euro. La domanda, come accennato, si deve inoltrare all’INPS anche online tramite credenziali digitali (SPID, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi) in contemporanea alla richiesta di reversibilità oppure in un momento successivo. Si possono chiedere gli arretrati compilando la domanda di ricostituzione fino a cinque anni indietro e per una somma massima di 3 mila euro.