Per non finire nel mirino del Fisco bisogna conoscere la disciplina che regola il prelievo di contanti al Bancomat.
Ogni movimento di denaro è monitorato dall’Agenzia delle Entrate. Lo scopo è contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro ma per riuscire nell’obiettivo tutti i contribuenti vengono monitorati, anche i piccoli risparmiatori onesti. E l’errore che complica la vita è dietro l’angolo.
Quando si parla di trasferimenti di denaro bisogna fare attenzione alle possibili operazioni che metterebbero in allerta l’Agenzia delle Entrate. Alcuni movimenti possono indispettire il Fisco che vorrebbe poter risalire all’origine dei soldi o al perché si stia effettuando quel preciso spostamento. I mezzi di pagamento tracciabili permettono di non dover dare giustificazioni al Fisco ma solo se eseguiti correttamente. Poniamo il caso del bonifico bancario. Se la causale viene omessa o non è precisa allora potrebbe far scattare i controlli fiscali.
L’interesse del contribuente è evitare accertamenti fiscali, una grana e una perdita di tempo anche se si sta dalla parte della ragione. Una volta che si finisce nel mirino del Fisco bisognerà motivare le proprie azioni portando prove certe a giustificazione della transizione. Solitamente i versamenti di contanti sul conto corrente possono essere sospetti e spingere l’AdE a capire la provenienza del denaro ma ciò che non tutti sanno che anche i prelievi dal proprio conto personale potrebbero indispettire.
A cosa fare attenzione quando si prelevano contanti
Spesso si sente parlare di limiti di 5 mila o 10 mila euro per i prelievi al Bancomat. In realtà non c’è alcun limite previsto dalla normativa ma la situazione è più articolata. La Legge non fissa un importo massimo di prelievo di contanti, dal nostro conto corrente possiamo prelevare qualsiasi cifra mentre c’è una soglia massima per il pagamento in contanti ossia 4.999 euro nel 2024. Da 5 mila euro in su occorre necessariamente utilizzare uno strumento elettronico per non incorrere in sanzioni.
Lo Stato, quindi, ci permette di prelevare soldi dal conto ma presta comunque attenzione ai comportamenti anomali. Al verificarsi di specifiche condizioni, per l’esattezza, le autorità sono autorizzate a far scattare dei controlli per monitorare i movimenti e accertare che non alimentino economia sommersa o attività illecite. Un datore di lavoro che paga i dipendenti in nero, ad esempio, avrebbe bisogno di ingenti prelievi per corrispondere la retribuzione.
Se tali prelievi avessero una cadenza precisa e fossero sempre dello stesso importo ecco che il Fisco avvierebbe accertamenti. Questo è solo un esempio ma, in generale, possiamo dire che la normativa antiriciclaggio impone alle banche di comunicare in modo periodico i prelievi di contanti superiori a 10 mila euro all’Unità di Informazione Finanziaria.
Gli Istituti di credito sono obbligati, poi, a segnalare operazioni presumibilmente illecite o di riciclaggio in caso di ragionevole dubbio. La segnalazione potrebbe portare a nessuna conseguenza qualora i controlli preventivi non individuino alcun elemento di criticità oppure ad accertamenti più approfonditi se i sospetti dovessero rivelarsi fondati. Chi non ha nulla da nascondere, dunque, può prelevare qualsiasi cifra dal conto perché la Legge lo permette.