Sono iniziati i controlli INPS sull’Assegno di Inclusione, finiranno nei guai i percettori che non hanno inviato una specifica comunicazione.
Ricevere ogni mese l’Assegno di Inclusione impegna il cittadino a soddisfare determinati obblighi. Il rischio è veder sospesa o peggio cancellata la prestazione. Meglio evitare e procedere subito con l’invio di una importantissima comunicazione.
L’Assegno di Inclusione continuerà ad essere erogato nel 2025 ma c’è un’importante informazione di cui tenere conto per non spaventarsi. Ad anno nuovo scatterà un temporaneo addio alla prestazione per le famiglie percettrici dell’aiuto economico. Ci sarà, infatti, la prima interruzione dei pagamenti non appena si raggiungerà la scadenza normativa. Per ottenere la riattivazione della misura bisognerà presentare una nuova domanda all’INPS dopo aver atteso la sospensione di un mese. Il numero delle ricariche annuali, dunque, scenderà a undici dal 2025 in poi.
Il rinnovo dovrà essere richiesto dopo 18 mesi di erogazioni, poi il periodo massimo di fruizione scenderà a dodici mesi rinnovabili nuovamente. Significa che chi percepisce l’AdI da gennaio 2024 vedrà applicarsi l’interruzione di un mese a luglio 2025, chi lo incassa da febbraio 2024 non lo riceverà ad agosto 2025 e così via. Il pericolo di vedersi sospendere l’Assegno di Inclusione è legato, però, anche ad altre caratteristiche della misura stessa. Ci sono tante regole da rispettare secondo quando accettato firmando il Patto di Attivazione Digitale.
L’Assegno di Inclusione viene erogato alle famiglie con minori, over 60, invalidi o soggetti in condizione di disagio sociale a condizione che soddisfino precisi requisiti reddituali e patrimoniali. I limiti dovranno essere posseduti dal nucleo familiare al momento della sottoscrizione del PAD e dell’invio della domanda e per tutta la durata di fruizione del beneficio. Tra le regole da rispettare c’è quella che impone ai beneficiari AdI di comunicare all’INPS eventuali rapporti di lavoro presenti al momento della domanda o subentrati successivamente.
Ogni singola variazione della condizione occupazionale di qualsiasi membro della famiglia, dunque, deve essere repentinamente comunicata all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Proprio l’ente ha recentemente illustrato le modalità di controllo che ha avviato dallo scorso giugno individuare attività di lavoro dipendente non dichiarate dai beneficiari. L’INPS sta verificando l’invio da parte della famiglie con variazioni occupazionali del modello ADI-Com Esteso per ogni domanda accolta.
Qualora riscontrasse un’irregolarità, l’ente della previdenza sociale procederà immediatamente con la sospensione del versamento dell’aiuto economico. Se entro tre mesi dall’avvio di un’attività lavorativa o dall’inizio di percorsi di politica attiva per il lavoro il beneficiario non dovesse avere presentato il modello ADI-Com esteso allora scatterebbe la decadenza della prestazione. Se si è ancora in tempo meglio procedere subito con la comunicazione per evitare di perdere i soldi dell’Assegno di Inclusione.
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