Nel 2025 non dovrai più aspettare i canonici 67 anni per andare in pensione e c’è un modo per assicurarti un assegno da 1400 euro al mese.
La manovra di Bilancio 2025 ormai è definita, soprattutto sul fronte delle pensioni che restano sempre il “campo di battaglia” più difficile, la prova che ogni Governo, di anno in anno, deve superare. Il Governo di Giorgia Meloni, per il prossimo anno, non ha introdotto nuove opzioni per la pensione anticipata.
Ma non ne ha nemmeno cancellata alcuna. Pertanto nel 2025, accanto alla legge Fornero, ritroveremo anche tutte le altre misure già in vigore nel 2024. Via libera, pertanto, a Quota 41 – che resterà sempre fruibile solo da alcune categorie – a Quota 103, ad Ape sociale e a Opzione donna.
La pensione di vecchiaia ordinaria continuerà ad essere ad appannaggio di chi ha già compiuto 67 anni e ha maturato un’anzianità contributiva pari almeno a 20 anni. Per il momento cancellare la legge Fornero non era possibile: pena il venir meno della stabilità dell’intero sistema previdenziale.
Ma una novità importante ci sarà: nel 2025 molti lavoratori potranno ritirarsi prima e chiudere per sempre la porta del loro ufficio con un certo anticipo rispetto alla tabella di marcia. Non solo: in alcuni casi la pensione anticipata non subirà tagli ma, anzi, è previsto un assegno di ben 1400 euro al mese.
Il 2025 non porterà novità eclatanti sul fronte delle pensioni: la legge Fornero non è stata cancellata e tutte le misure di pensione anticipata attualmente in vigore sono state riconfermate. Tuttavia una novità ci sarà: alcuni lavoratori potranno smettere di lavorare con largo anticipo e avere un assegno mensile di 1400 euro. Vediamo chi saranno i fortunati.
Le pensioni hanno subito una svolta importante ben prima che entrasse in vigore la legge Fornero. La legge che ha cambiato tutto risale al 1996 ed è la legge Dini. A partire dal 1996 è cambiato il sistema con cui vengono calcolati gli assegni pensionistici. Fino al 1995 le pensioni venivano calcolate con il sistema retributivo che teneva conto della media degli stipendi degli ultimi anni di un lavoratore.
Questo sistema pesava decisamente troppo sulle casse dello Stato che si trovava a sborsare per anni e anni assegni molto alti. Dal 1996, con la legge Dini, è entrato in vigore il sistema contributivo. Questo metodo, per calcolare l’importo delle pensioni, moltiplica l’insieme dei contributi versati per un numero – il coefficiente di trasformazione – che aumenta con l’aumentare dell’età del lavoratore.
Chi ha contributi sia prima che dopo il 1996 avrà una pensione calcolata con il sistema misto; chi, invece, ha contributi versati solo a partire dal 1996 avrà una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Siccome questo sistema pesa molto meno sulle casse dell’Inps, i “contributivi puri” – cioè chi non ha contributi prima del 1996 – possono beneficiare di uno sconto sull’età pensionabile e possono andare in pensione a soli 64 anni anziché a 67 sempre con solo 20 anni di contributi.
Ma per evitare troppe pensioni anticipate, il Governo ha messo dei paletti. In pratica per poter fruire di questo beneficio e poter andare in pensione a soli 64 anni con appena 20 anni di contributi è necessario aver maturato una pensione pari a:
Considerando che, nel 2025, l’assegno sociale, corrisponderà a circa 538 euro al mese, una donna con almeno 2 figli potrà accedere alla pensione a 64 anni con 20 anni di contributi se avrà maturato un assegno mensile pari almeno a 1400 euro al mese.
Ci sono grandi novità in casa Mediaset per quanto riguarda la soap opera tanto amata…
Brutte notizie per milioni di lavoratori in tutto il mondo che, prima di quanto immaginiamo,…
Ce ne sono alcune che lasciano senza parole. Ecco la triste fine dei personaggi più…
Conoscere l'errore da evitare in casa permetterà di tutelare la nostra salute e di risparmiare…
Diverse persone hanno l'abitudine di chiudere sempre la porta della camera da letto per dormire.…
Igienizza tutta casa con un solo prodotto che costa davvero pochissimo: i suoi utilizzi sono…