Cadere in una truffa telefonica significherebbe perdere soldi. Bisogna conoscere il numero a cui non rispondere per evitare la trappola.
Smishing e phishing non sono gli unici tentativi di raggiro che mettono in atto i malintenzionati. Le truffe telefoniche continuano ad essere utilizzate per spillare soldi alle vittime che cadono ignare nella trappola.
Negli ultimi anni sono numerosi gli avvisi di tentativi di phishing e smishing. E-mail e sms che sembrano arrivare da enti come Poste Italiane, l’Agenzia delle Entrate oppure le banche ma che in realtà sono delle trappole ben congeniate dai cyber criminali per rubare dati sensibili degli utenti e accedere a conti e carte. Nel testo cercano di spaventare o di allettare le vittime in modo tale da convincerle a seguire la procedura indicata ossia cliccare su un link per poi compilare un form.
Non bisogna assolutamente procedere in tal senso perché si consegnerebbero i propri dati direttamente nelle mani dei cyber criminali che li userebbero per raggiungere i loro biechi scopi. Se la tecnologia aiuta i malintenzionati a creare trappole non dobbiamo dimenticare che vengono utilizzati anche altri metodi più classici per raggirare le persone. Ricordiamo, ad esempio, le truffe agli sportelli Bancomat e ATM postali. Continuano ad essere utilizzate, poi, le truffe telefoniche.
La frode si chiama wangiri ed è un inganno telefonico molto diffuso. Il termine è di origine giapponese e significa “uno squillo e giù”. La truffa è proprio questa, far squillare una sola volta in modo tale che la vittima non faccia in tempo a rispondere. Trovando la chiamata persa di un numero sconosciuto molte persone si preoccuperanno e richiameranno ma il costo che affronteranno sarà altissimo e beneficiari saranno proprio i criminali.
Per riconoscere il raggiro del wangiri bisogna sapere che si caratterizza per l’uso di numeri internazionali. Tra i prefissi più utilizzati quello della Moldavia +373, della Francia +33, della Tunisia +216, della Gran Bretagna +44, del Kosovo +383 e di Cuba +53. Più recentemente si sono registrate truffe anche con prefissi spagnolo +34 e del Belgio +32. Le chiamate vengono effettuate in orari particolari, durante la notte o durante la giornata lavorativa in modo tale che è meno probabile che le persone possano rispondere al primo squillo. Trovata la chiamata la curiosità o il timore che si possa trattare di un’emergenza spingerà a telefonare al numero sconosciuto generando un elevato profitto per i malintenzionati.
Questi a volte usano software avanzati di spoofing per nascondere l’identità di chi chiama e far sembrare un numero legittimo. Viene falsificata l’origine dell’indirizzo IP o della chiamata non permettendo alla vittima di individuare la truffa. Potrebbe, dunque, essere nascosto il vero numero in modo tale che alla vittima venga mostrato quello di un ente pubblico o una banca. Così sarà ancora più complicato riconoscere la truffa. Conseguenza per il malcapitato che richiama è pagare un altissimo costo per la chiamata oppure vedersi attivati abbonamenti non richiesti.
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