Wolfgang Amadeus Mozart, un nome che evoca genio e melodia, è uno dei più grandi compositori della storia. Ma quanto conosciamo davvero della sua vita?
Oltre alle opere immortali che ha lasciato, la sua esistenza è piena di curiosità, leggende e aneddoti che ci mostrano il lato più umano e sorprendente di questo incredibile talento.
Non si chiamava davvero Amadeus l’uomo che fu un prodigio fin dall’infanzia
Potrebbe sembrare strano, ma Mozart non si chiamava “Amadeus”. Il suo nome completo era Joannes Chrysostomus Wolfgang Theophilus Mozart. “Joannes Chrysostomus” gli fu dato in onore di San Giovanni Crisostomo, il santo del giorno della sua nascita, mentre Wolfgang era un omaggio al nonno materno. Theophilus, che in greco significa “amico di Dio”, fu latinizzato in “Amadeus”. Tuttavia, il compositore preferiva farsi chiamare “Amadé”, alla francese. In famiglia, invece, lo soprannominavano affettuosamente Wolfert.
Mozart compose le sue prime opere a soli cinque anni, un’età in cui la maggior parte dei bambini inizia appena a leggere e scrivere. Il padre, Leopold Mozart, era un musicista e insegnante di talento che scoprì presto le doti straordinarie del figlio. Si racconta che Leopold avesse un trucco per motivarlo: suonava una melodia lasciandola incompleta, e il piccolo Wolfgang si alzava di scatto per completarla. La sua mente musicale era già tanto brillante da lasciare a bocca aperta chiunque lo ascoltasse.
La sua infanzia fu straordinaria, ma anche dura. Wolfgang era il più giovane di sette figli, ma solo lui e la sorella Maria Anna, detta Nannerl, superarono l’infanzia. Nannerl era anch’essa un talento straordinario, tanto che alcuni raccontano che da bambina fosse persino più promettente del fratello. Tuttavia, a causa delle rigide convenzioni dell’epoca, il padre decise di interrompere la sua carriera per concentrarsi sul futuro di Wolfgang.
Un’infanzia tra geni, gatti e viaggi straordinari
Durante la sua infanzia, Mozart fu spesso al centro di aneddoti curiosi. Quando aveva otto anni, i membri della Royal Society di Londra rimasero così colpiti dal suo talento che decisero di sottoporlo a un esame per verificare che non fosse un adulto affetto da nanismo. La prova decisiva arrivò quando, durante un’esibizione, Mozart si distrasse inseguendo un gatto che attraversava la stanza: un comportamento che, secondo i presenti, solo un bambino avrebbe potuto avere.
Mozart era un amante degli animali e aveva un uccellino a cui era molto affezionato. Alla sua morte, gli organizzò addirittura un piccolo funerale. Questa sensibilità si rifletteva anche nella sua musica, capace di cogliere e trasformare ogni emozione in melodia.
Il talento che sfidò la Chiesa
Uno degli episodi più affascinanti della vita di Mozart avvenne a Roma, quando aveva solo quattordici anni. Si racconta che ascoltò il celebre “Miserere” di Gregorio Allegri, una composizione eseguita esclusivamente nella Cappella Sistina e il cui spartito era segreto. Dopo averla ascoltata una sola volta, Mozart la trascrisse a memoria, nota per nota. La sua impresa destò scalpore e fu portata all’attenzione del Papa, che invece di punirlo lo premiò, stupito dal suo genio.
La passione per la massoneria e il mistero del Requiem
Mozart aderì alla massoneria nel 1784, un’adesione che influenzò molte delle sue composizioni, tra cui Il Flauto Magico, intriso di simbolismi e ideali massonici. Nonostante ciò, la sua vita non fu priva di difficoltà economiche. Pur guadagnando molto, era noto per le sue spese folli, in particolare per il biliardo, una passione che contribuì al dissesto delle sue finanze.
Un altro mistero riguarda il suo ultimo capolavoro, il Requiem. Commissionato da un misterioso emissario, questa messa funebre rimase incompiuta alla sua morte e fu completata dal suo allievo Franz Xaver Süssmayr. Molti hanno speculato sull’identità del committente, alimentando leggende e teorie che ancora oggi affascinano storici e appassionati.
La leggenda della rivalità con Salieri
La storia che vede Antonio Salieri come l’assassino di Mozart è ormai stata sfatata, ma rimane uno degli episodi più intriganti legati alla sua figura. La rivalità tra i due compositori era probabilmente più professionale che personale, e non ci sono prove che Salieri abbia avuto un ruolo nella morte del suo collega. Tuttavia, l’immagine di un Mozart avvelenato ha alimentato la fantasia di scrittori e registi, rendendola parte del mito.
La morte e la sepoltura in povertà
Mozart morì il 5 dicembre 1791, a soli trentacinque anni, in circostanze che restano avvolte nel mistero. Si sa che fu sepolto in una fossa comune, una pratica all’epoca piuttosto comune a Vienna, ma questa immagine ha spesso portato a interpretazioni drammatiche sulle sue condizioni economiche. In realtà, Mozart guadagnava abbastanza bene, ma la sua propensione a spendere oltre i propri mezzi lo lasciò spesso in difficoltà finanziarie.
Un’eredità che vive ancora oggi
Nonostante le difficoltà, Mozart ha lasciato un’eredità musicale che non ha eguali. La sua capacità di combinare tecnica e emozione, rigore e creatività, ha segnato un’epoca e continua a ispirare generazioni di musicisti e appassionati. Ogni aspetto della sua vita, dalle lettere stravaganti alle composizioni immortali, ci racconta di un uomo che viveva per l’arte e attraverso l’arte.
E tu, conoscevi già queste curiosità sul genio di Salisburgo? Forse, dietro ogni aneddoto e leggenda, si nasconde un’ulteriore sfumatura del talento inesauribile di Wolfgang Amadeus Mozart, che ancora oggi continua a parlare al cuore di chi lo ascolta.