Controlli a tappeto dell’Inps ai nuclei familiari che ricevono l’Assegno di Inclusione. Se non si fa una certa cosa, l’aiuto viene sospeso immediatamente.
Al via i controlli dell’Inps: controlli a tappeto, super rigorosi che si rivolgeranno a tutte quelle famiglie che nel 2024 hanno percepito l’Assegno di Inclusione, il sussidio che, a partire da gennaio, ha preso il posto del vecchio Reddito di Cittadinanza. Migliaia di famiglie sono, quindi, a rischio.
Ricordiamo, infatti, che per ricevere l’Assegno di Inclusione non è sufficiente avere Isee e reddito bassi. Oltre ad avere un Isee entro i 9630 euro e un reddito familiare che non superi i 6000 euro annui, bisogna soddisfare altri requisiti. In primis bisogna essere cittadini italiani o con regolare permesso di soggiorno ed essere in Italia da almeno 5 anni.
In secondo luogo è indispensabile che almeno uno dei componenti della famiglia faccia parte della categoria dei “non occupabili”: minorenni, persone dai 60 anni in su, disabili con invalidità uguale o superiore al 67% oppure soggetti che sono in cura presso i servizi sociosanitari.
Inoltre bisogna seguire tutta una procedura per avere diritto a questo importante aiuto di Stato. I controlli dell’Inps, nello specifico, puntano a scovare eventuali “furbetti” che potrebbero continuare a ricevere l’aiuto pur non avendone più diritto. Nel prossimo paragrafo vediamo cosa bisogna fare per non correre rischi.
Assegno di Inclusione: ecco cosa devi fare per non rischiare di perderlo
Hanno preso avvio i controlli a tappeto dell’Inps per scovare eventuali furbetti dell’Assegno di inclusione: persone o famiglie che potrebbero beneficiare del sussidio senza averne però diritto. Per mettersi al sicuro e non correre il rischio di perdere tutto, basta fare una cosa molto semplice.
L’Assegno di Inclusione consiste in un aiuto di 500 euro al mese a famiglia a cui se ne possono aggiungere altri 280 in caso di famiglie che vivono in affitto. Può essere erogato per un massimo di 18 mesi e, dopo una pausa di un mese, può essere prorogato per altre 12 mensilità.
Per averne diritto, come spiegato nel paragrafo precedente, l’Isee non deve superare i 9360 euro e il reddito familiare deve essere entro i 6000 euro all’anno. Queste soglie valgono fino al 31 dicembre 2024: per il 2025 sono stati decisi dei cambiamenti che entreranno in vigore a partire da gennaio.
In una famiglia che riceve l’Assegno di Inclusione possono esserci, naturalmente, non solo soggetti non occupabili – minorenni, invalidi o persone over 60 – ma anche persone in grado di lavorare ma senza un lavoro. Nel caso in cui uno dei soggetti “occupabili” trovasse un lavoro, allora dovrà comunicarlo all’Inps attraverso il modello ADO-Com Esteso entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
Se la comunicazione non avviene entro 30 giorni allora il sussidio verrà sospeso. Se la famiglia continuerà a non inviare alcuna comunicazione all’Inps entro 3 mesi allora il sussidio decadrà completamente e per poterlo riavere sarà necessario presentare nuovamente domanda.
Pertanto, per non correre rischi, qualora uno dei componenti della famiglia iniziasse a lavorare – sia come dipendente sia lavori autonomi regolarmente retribuiti o stage – bisogna comunicare l’inizio dell’attività all’Inps entro 30 giorni attraverso il modello ADI-Com Esteso. Solo così si può stare tranquilli.