Siamo davvero sicuri che smettere di utilizzare i contanti possa portare solo miglioramenti? Ascoltare gli economisti può essere utile a togliere i dubbi.
Ormai da tempo si parla della possibilità di non utilizzare più i contanti, o almeno di ridurne l’uso il più possibile, convinti che questo modo di agire possa avere solo vantaggi, ma sono in tanti a pensarla diversamente. C’è chi innanzitutto non ritiene dover pagare esclusivamente con bancomat o carta di credito così comodo, specialmente se si tratta di importi piccoli, come quando si deve comprare una pizza, un caffè è un giornale. Del resto, avere banconote di piccolo taglio non è poi così fastidioso né ingombrante.
Allo stesso tempo, però, c’è chi è contrario a priori ai sistemi tracciabili, a meno che non si tratta di sfruttarli per visite mediche o altri tipi di spesa, ben sapendo di poter avere in questo modo un ritorno quando si pagheranno le tasse. Non si deve poi dimenticare chi fatica a mettere da parte del tutto un’abitudine che appare consolidata nel tempo, non sapendo bene a cosa si possa poi andare incontro. Non può quindi che essere naturale chiedersi se la svolta tanto decantata possa avere solo aspetti positivi, in caso di dubbio il parere degli esperti del settore può essere utilissimo.
Essere titubanti quando si preannuncia un cambiamento drastico rispetto alle nostre abitudini può essere spontaneo, non è detto però che questo possa portare solo a un peggioramento del nostro modo di gestire le cose. Farsi questa domanda anche in merito all’eliminazione dei contanti può essere quindi naturale, soprattutto per capire se possa esserci qualcuno che possa essere danneggiato da una misura del genere.
Un Paese che sta andando verso questa direzione effettivamente c’è già, la Svezia, dove non si è optato, almeno per ora per un divieto totale, quando per il principio della libertà contrattuale, dando la facoltà a ogni esercizio commerciale (banche comprese) di decidere se accettare o meno le banconote. Un acquirente potrebbe quindi ricevere un netto rifiuto nel momento in cui dovesse decidere di saldare il proprio importo in contanti, generando non poco disagio se non ha altro strumento con sé.
Non si tratta di un problema che è solo temporaneo, magari dovuto a chi dimentica la tessera perché era di fretta, ma di qualcosa che coinvolge tantissime persone, che fino ad ora hanno evitato di avere una carta di credito o di debito, ritenendole non così importanti. E purtroppo nella stessa Svezia si tratta di un quadro che riguarda una parte non indifferente della popolazione, in modo particolare i più poveri, che non hanno nemmeno un conto corrente, per questo non potevano certamente pensare a strumenti aggiuntivi per effettuare i pagamenti.
Non solo, qui non viene offerta nemmeno la possibilità di pagare in contanti bollette e trasporti pubblici, complicando quindi la vita di tante persone, anziani e senzatetto in modo particolare. Sottovalutare questo sarebbe certamente un grave errore, come se chi si sente estromesso da queste dinamiche conti poco o niente. È quindi inevitabile riflettere se davvero questa transizione possa garantire solo benefici, forse come spesso capita non è tutto oro quello che luccica.
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