Il salmone affumicato è una pietanza tipica delle feste natalizie ma attenzione: la maggior parte dei pesci sono affetti da malattie.
E’ il re degli antipasti soprattutto durante le feste natalizie: sua maestà il salmone affumicato! Questo pesce è uno dei più amati in tutto il mondo e in Italia ne consumiamo in abbondanza anche perché, oltre ad essere molto gustoso, è anche molto versatile in cucina.
Infatti può essere utilizzato come antipasto oppure per arricchire una pasta o un risotto o per realizzare uno sfizioso patè e che dire poi del classico toast con avocado e salmone… Sarà poco nostrano ma è certamente una delizia. Inoltre il salmone è anche una preziosa fonte di proteine e di grassi buoni Omega 3.
Insomma siamo sempre stati tutti convinti che si tratti di un cibo non solo buono ma anche sano da far mangiare persino ai nostri bambini visto che è uno dei pochi pesci che mangiano senza fare storie. Eppure ora arriva una nuova allerta che riguarda proprio il salmone. A quanto pare i pesci sarebbero vittime di pericolose malattie e, mangiandolo, corriamo seri rischi.
Il salmone affumicato è uno dei pesci più apprezzati e consumati non solo in Italia ma nel mondo. E’ gustoso e si presta a molteplici preparazioni. Inoltre è un alimento ricco di proteine e di grassi Omega 3 che fanno bene al cervello e anche al cuore. Eppure sarebbe meglio smettere di consumarlo. Vediamo perché.
La maggior parte dei salmoni che acquistiamo al supermercato non provengono direttamente dall’Oceano, non sono salmoni selvaggi ma provengono da allevamenti intensivi. Già: gli allevamenti intensivi ormai sono un dramma che non riguarda solo i bovini, i suini o i polli ma anche i pesci.
E in questi allevamenti intensivi i salmoni vengono infettati da pidocchi che si nutrono del loro sangue o da altre malattie letali. Nonostante le norme europee e le varie certificazioni che leggiamo sulle confezioni, la realtà che si nasconde dietro gli allevamenti di tipo intensivo, spesso, è ben altra di quello che crediamo e che vogliono farci credere. I dati dell’ultimo report di Foodwatch parlano chiaro: in Norvegia, oltre 100 milioni di pesci muoiono ogni anno a causa di malattie, parassiti e condizioni di sovraffollamento nelle gabbie.
Infatti per aumentare la produttività gli allevatori ammassano il maggior numero possibile di salmoni all’interno di gabbie dove circolano parassiti e infezioni di vario genere. Ai salmoni, in poche parole, spetta la stessa tremenda sorte che tocca anche ai polli. Tutto questo incide non solo sul benessere dei pesci ma anche sull’ambiente.
Il salmone affumicato è uno dei pesci più amati e consumati e soprattutto durante le feste natalizie se ne fa un grande impiego a tavola. Ma non solo: da qualche anno, infatti, è esplosa la “sushi mania” e i ristoranti fanno a gara a chi offre pesce al prezzo più basso per accaparrarsi clienti.
Ma tutto questo ha un prezzo che grava non solo sul benessere degli animali, costretti a vivere in gabbie di dimensioni molto ridotte, ma anche sull’ambiente. Infatti, secondo i dati ufficiali, ogni anno, circa 200.000 salmoni d’allevamento fuggono nelle acque naturali e portano con sé tutte le malattie da cui sono affetti.
Quindi vengono infettati anche i pesci selvaggi. E i problemi non finiscono qui in quanto negli allevamenti i salmoni devono essere nutriti con mangimi realizzati con altri pesci e questo provoca pesca intensiva negli oceani e mette a rischio altre specie marine.
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