Busta paga di gennaio: ecco perché riceverai una pessima sorpresa

Chi non ha ancora ricevuto la busta paga di gennaio potrebbe andare incontro a una brutta sorpresa, non certo il modo migliore per iniziare l’anno.

Il mese di dicembre per i lavoratori dipendenti è associato alla tredicesima, una retribuzione aggiuntiva quasi del valore dello stipendio che può consentire di alleggerire il peso per le varie spese che si devono sostenere. A volte però in virtù di un costo della vita che non accenna ad abbassarsi resta davvero poco di quella cifra, per questo l’auspicio di tutti è di iniziare l’anno senza andare incontro a emergenze che possono essere onerose sul piano economico.

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La busta paga di gennaio potrebbe essere diversa da quello che si credeva – Mamelipalestrina.it

Non ci sono però buone notizie per la maggior parte degli italiani che a breve riceveranno la busta paga di gennaio, nonostante possano essere in fermento se hanno conti importanti da pagare. In molti casi, infatti, potrebbero essere evidenti alcune differenze rispetto al salario precedente, che non saranno però in positivo. Insomma, una batosta che davvero non ci voleva.

Busta paga di gennaio: controlla bene l’importo

Nel momento in cui si riceve lo stipendio è naturale andare a guardare subito l’importo, anche se in genere non ci sono grandi differenze per i lavoratori dipendenti, a meno che non si siano fatti degli straordinari. Questa volta però potrebbero essere in tanti a notare nella busta paga di gennaio qualcosa che potrà essere poco piacevole, visto che la cifra potrebbe essere più bassa rispetto al mese precedente.

Ma quale sarebbe il motivo della variazione? Il riferimento è alle nuove regole per il taglio del cuneo fiscale entrate in vigore a partire da gennaio 2025, che potrebbero rivelarsi non così vantaggiose per tutti. Come detto, in questi giorni il salario che molti riceveranno sarà quello relativo a dicembre, per questo sarà necessario attendere ancora qualche settimana per notare il cambiamento.

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Il prossimo stpendio potrebbe essere più basso – Mamelipalestrin.it

Per capire meglio la questione è innanzitutto necessario sapere cosa si intenda per “cuneo fiscale”, ovvero la differenza che c’è tra lo stipendio lordo e il netto, sulla quale incidono tanto i contributi quanto le imposte (dall’Irpef alle addizionali). Se questa viene modificata, la pressione fiscale sugli stipendi diventa più bassa, per questo si può percepire una cifra superiore rispetto al passato. Si tratta di un modo di agire che il governo Meloni aveva già deciso di mettere in atto negli anni passati e che ha confermato anche ora, seppure con regole diverse, per questo la situazione potrebbe essere destinata a cambiare per alcuni lavoratori.

La prima novità riguarda l’aliquota contributiva, che sarà intera, ovvero pari al 9,19% per i dipendenti del settore privato e all’8,80% nel pubblico impiego. Ora i lavoratori torneranno a versare in maniera integrale i contributi, con il rischio concreto di un calo delle cifre percepite. Si deve inoltre sottolineare il nuovo trattamento integrativo, calcolato in via percentuale sulla base dello stipendio. Questi i valori:

  • 7,1%, se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro (653 euro lordi);
  • 5,3%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro ma non
  • a 15.000 euro (1.153 euro al mese);
  • 4,8%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro.

Chi ha un reddito vicino ai 20 mila euro potrebbe quindi nella migliore delle ipotesi avere un aumento di 80 euro. Un effettivo miglioramento potranno quindi averlo le persone che hanno un guadagno superiore ai 35 mila euro, che erano esclusi dallo sgravio contributivo. Chi si avvicina invece ai 35 mila euro potrebbe avere invece un netto più basso di 45 euro. Insomma, non ci sarà da festeggiare per tutti, soprattutto perché si tratta di una situazione che si protrarrà anche successivamente, non solo nella busta paga di gennaio.

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