Alte concentrazioni di PFAS sono state rilevate nelle bottiglie di acqua minerale di noti marchi in vendita nei supermercati.
La salute dei consumatori è messa continuamente a rischio. Oltre ai richiami alimentari per salmonella, Escherichia Coli, Listeria e via dicendo si aggiungono le concentrazioni di PFAS – sostanze perfluoroalchiliche – a creare allarme.
I PFAS si trovano anche nell’acqua minerale. Questi composti chimici tossici se accumulati nell’organismo destano sempre più preoccupazione perché gli attacchi sono molteplici. Iniziamo con il comprendere a cosa ci si riferisce quando si parla di PFAS. Si tratta di sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate permanenti, estremamente resistenti nell’ambiente e nell’organismo che possono provocare problemi al fegato, malattie tiroidee, obesità, problemi di fertilità e cancro.
Il problema è che essendo resistenti all’acqua, alle macchie e al grasso, i PFAS dagli anni ’50 sono utilizzati per produrre tanti oggetti di uso quotidiano come le padelle antiaderenti, le giacche impermeabili, l’abbigliamento tecnico ma anche prodotti cosmetici – creme per il viso, rossetti, fondotinta. Si trovano tracce di PFAS nei tappeti e nelle moquette, nelle cartucce e nei toner delle stampanti, nel sale marino, nel latte e nel pesce a causa dell’inquinamento ambientale con contaminazione di acque e terreni che comportano un accumulo delle sostante tossiche negli animali fino ad arrivare all’uomo. Ora si scopre che i PFAS sono presenti anche nell’acqua minerale.
Arriva la conferma che i PFAS si trovano anche nell’acqua minerale. Un nuovo studio ha rilevato la presenza delle sostanze perfluoroalchiliche in diversi marchi in vendita nei supermercati nel mondo. Il test è stato eseguito da PAN Europe – Pesticide Action Network Europe, l’associazione ambientalista – su 19 bottiglie con marche differenti provenienti da diverse nazioni europee. I PFAS erano presenti in 10 marchi su 19. Nello specifico è stato trovato acido trifluoroacetico ossia una piccola molecola appartenente ai PFAS. In 7 casi, poi, il livello di contaminazione superava il limite dell’acqua potabile per metaboliti dei pesticidi ossia 100 ng/l.
Lo studio è stato condotto durante l’estate 2024 coinvolgendo marchi provenienti dall’Austria, dal Belgio, dalla Francia, dal Lussemburgo, dalla Germania, dall’Ungheria e dai Paesi Bassi. Come si nota subito nessun marchio italiano è stato analizzato. Oltre il test effettuato in estate, in autunno sono state eseguite analisi di conferma che hanno ribadito la presenza di PFAS nell’acqua minerale in bottiglia. Il marchio Villers conteneva ben 3.200/3.400 ng/l di TFA, ben oltre il limite consentito dai vari Paesi europei (in Italia attualmente la soglia è di 100 ng/l complessivi).
Ricordiamo che nel 2026 entrerà in vigore un livello unico proposto dalla Direttiva europea per l’acqua potabile. Da sottolineare, però, che tutte le acque minerali analizzate – anche Villers con contaminazione massima – rispettano quasi tutti i valori guida per la salute delle persone stabiliti dalle Autorità UE anche bevendo 2 litri di acqua al giorno. In ogni caso l’acqua minerale in bottiglia è comunque meno contaminata da TFA rispetto l’acqua del rubinetto.
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