Il 2025 si apre con un boccone amaro per i consumatori: il rincaro del prezzo del gasolio. Ecco cosa ci aspetta nei prossimi giorni.
I prezzi del carburante stanno per subire una nuova scossa. Il governo, in cerca di risorse per finanziare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale, ha messo nel mirino le accise sui carburanti. Secondo indiscrezioni, nel 2025 potrebbe arrivare un aumento di un centesimo per litro sul diesel e una riduzione equivalente per la benzina. La misura, apparentemente minima, potrebbe generare un impatto significativo sia sul portafoglio dei cittadini che sulle casse statali.
Il gasolio, che oggi beneficia di una tassazione inferiore rispetto alla benzina (0,6174 euro/litro contro 0,7284 euro/litro), potrebbe segnare il primo passo verso un progressivo allineamento tra le due accise. Una modifica già ventilata in passato, ma che ora appare più concreta, con l’obiettivo di rispettare gli impegni presi dall’Italia con l’Unione Europea per eliminare i cosiddetti Sussidi ambientalmente dannosi (SAD).
Quanto costerà il diesel alla pompa?
Un aumento di un centesimo sull’accisa del diesel potrebbe sembrare poco rilevante, ma l’impatto non si limiterà a questo importo. Considerando la struttura dei prezzi medi rilevati, il costo alla pompa del gasolio passerebbe da 1,648 euro/litro a 1,660 euro/litro. Un incremento che, sommato ai maggiori consumi di diesel rispetto alla benzina (21,6 milioni di tonnellate contro 7,8 nei primi undici mesi del 2024), frutterebbe allo Stato circa 200 milioni di euro in più all’anno. E non è tutto. L’allineamento tra le due accise, previsto nell’arco di cinque anni, comporterà aumenti progressivi per il gasolio, che potrebbero portare il suo prezzo a superare quello della benzina. Ad esempio, se l’accisa del diesel raggiungesse quella attuale della benzina, il costo alla pompa del gasolio potrebbe arrivare a 1,782 euro/litro, contro 1,750 euro/litro della benzina.
L’obiettivo è chiaro: spingere verso una mobilità più sostenibile e ridurre il vantaggio fiscale del diesel, considerato meno ecologico. Tuttavia, questa prospettiva solleva non poche preoccupazioni, soprattutto tra gli autotrasportatori e i settori economici che fanno largo uso di gasolio. Il rischio è che l’aumento dei costi si rifletta a catena su beni e servizi, alimentando ulteriormente l’inflazione. Secondo le ultime stime, nel 2026 il costo del diesel potrebbe sfiorare 1,80 euro/litro, accentuando il divario con i prezzi attuali. Questo aumento rifletterebbe un incremento progressivo dell’accisa, che potrebbe raggiungere 0,7284 euro/litro, e un possibile rialzo del costo della materia prima. Considerando i consumi attuali, pari a oltre 21,6 milioni di tonnellate all’anno, l’impatto per gli utenti finali potrebbe tradursi in una spesa complessiva superiore di circa 400 milioni di euro rispetto ai livelli odierni.