Scopriamo come cambia la soglia di reddito per le Partite IVA aderenti al regime forfettario. La novità spiazza, quali conseguenze porterà?
Il regime forfettario prevede delle semplificazioni ai fini IVA e contabili, la determinazione forfettaria del reddito da assoggettare ad un’unica imposta e la possibilità di accedere ad un regime contributivo opzionale per le imprese. Di conseguenza, è scelto da tante Partite IVA.
Da quando è stato introdotto nel 2015, il regime forfettario ha subito modifiche che hanno esteso oppure ridotto l’ambito di applicazione. Per spiegare brevemente i vantaggi di questo regime possiamo parlare di semplificazione contabile e fiscale che garantisce un risparmio sui costi e di tempo a chi gestisce una piccola attività. Le imposte sono più basse e fisse (5% per i primi anni soddisfacendo determinate condizioni e poi del 15%), il compenso è esente da IVA con conseguente eliminazione di alcuni adempimenti, c’è la forfettizzazione dei costi e sono previsti minori costi di tenuta della contabilità.
Bisogna conoscere, però, anche un enorme svantaggio ossia l’impossibilità di accedere alle detrazioni fiscali concesse solo ai contribuenti ordinari. Non si scaricano le spese mediche né le spese per i familiari a carico e nemmeno i costi sostenuti per la ristrutturazione o l’efficientamento energetico. Si deducono unicamente i contributi previdenziali obbligatori. Per accedere al regime forfettario si deve considerare un certo limite reddituale che è stato modificato dalla Legge 30 dicembre 2024.
Chi sono gli esclusi dal regime forfettario nel 2025
La Manovra 2025 ha cambiato il limite di reddito previsto per l’accesso al regime forfettario ampliando la platea dei beneficiari. Attenzione, la modifica riguarda i lavoratori dipendenti che pensano di avviare un’attività con regime forfettario. La nuova soglia è stata fissata a 35 mila euro (nel 2024 era di 30 mila euro). Si permette l’accesso al regime, dunque, ad un maggiore numero di dipendenti consentendo loro di approfittare dei vantaggi fiscali derivanti.
Serve un’ulteriore precisazione. Solo per l’anno di imposta 2024 sarà applicato l’incremento di 5 mila euro alla soglia reddituale. Significa non aver superato lo scorso anno (e solo lo scorso anno) il reddito di 35 mila euro. Aggiungiamo, però, una novità che devono conoscere artigiani e commercianti che apriranno una nuova attività nel 2025.
Con la prima iscrizione alla Gestione Artigiani o Commercianti sarà possibile ottenere una riduzione del 50% dei contributi INPS da versare per i primi tre anni di attività. Un risparmio importante che ha l’obiettivo di incentivare l’avvio di imprese riducendo l’onere fiscale dei neo-imprenditori. Confermata la tassazione al 5% per i primi 5 anni di attività e al 15% per gli anni successivi a condizione che il limite di ricavi e compensi rimanga sotto gli 85 mila euro (limite riproporzionato in base al periodo svolto nell’anno per chi aprirà la Partita IVA nel corso del 2025).