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Curiosità

Se critichi il datore di lavoro lui può licenziarti, ma solo in questi casi

La libertà di critica di un dipendente è garantita dalla legge, tuttavia ci sono casi in cui esprimere opinioni avverse può causare il licenziamento.

La nostra Costituzione è basata sul diritto di libera espressione, ciò significa che nessuno può privare una persona di esprimere la propria opinione anche se questa è avversa al datore di lavoro o all’azienda per la quale il soggetto in questione presta servizio. D’altronde le azioni sindacali si basano sulla contestazione delle condizioni di lavoro non pertinenti o sulla violazione di specifiche norme e diritti conquistati per legge.

Se critichi il datore di lavoro lui può licenziarti, ma solo in questi casi – mamelipalestrina.it

Tale libertà è garantita non solo dall’articolo 21 della Costituzione che recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, ma anche dall’articolo 10 della CEDU che aggiunge come tale libertà dev’essere libera da ingerenze “da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera” e ovviamente dall’articolo 1 dello Statuto dei lavoratori che aggiunge un elemento importante da tenere presente: “Rispetto della Costituzione e delle norme in essa presenti”.

Quest’ultimo tassello evidenzia come anche il diritto di critica del lavoratore può andare a scontrarsi con altri diritti sanciti dalla legge, dunque come ogni libertà garantita dalla Costituzione è tale finché non lede quella altrui o va a danneggiare un altro individuo o un’intera azienda.

Quando il dipendente può essere licenziato per aver criticato il datore di lavoro

Nel caso di licenziamento per l’esternazione di dichiarazioni gravemente lesive per la società, non sempre il diritto di espressione è sufficiente a garantire il mantenimento del posto di lavoro. Riguardo simili questioni la Corte Suprema segue in maniera letterale quanto sancito e dunque ritiene che il diritto di critica possa essere sempre esercitato se vi è il rispetto della continenza formale e sostanziale.

Per quanto riguarda il primo concetto, la continenza formale significa che la critica del dipendente deve essere esposta rispettando i limiti della pertinenza espressiva (senza volgarità e insulti) della correttezza e del decoro. Quella sostanziale implica che le accuse o critiche mosse all’azienda si basino su fatti veritieri e verificabili.

Quando il dipendente può essere licenziato per aver criticato il datore di lavoro – mamelipalestrina.it

Per quanto riguarda la violazione del vincolo fiduciario sancito dal contratto tra l’azienda e il dipendente, fa fede un’ ordinanza della Cassazione (18 dicembre 2024, n. 33074) riguardo un membro ANPAC accusato di averlo violato ledendo l’immagine dell’azienda. In questo caso il licenziamento per giusta causa è stato contestato perché l’accusato ha espresso le proprie critiche ad un ristretto gruppo di persone e non ad una moltitudine indiscriminata.

Un’altra ordinanza della Corte di Cassazione (del 22 dicembre 2023, n. 35922) ci svela invece quando un licenziamento non può essere evitato. Il dipendente in questo caso aveva esposto le proprie critiche sulla bacheca di un social network dichiarando che nella sua azienda c’era un ambiente di lavoro torbido, in cui i dipendenti erano sottoposti a minacce e pressioni.

Secondo i giudici, il diritto di critica si è andato a scontrare con il rispetto della dignità del datore di lavoro, accusato pubblicamente sulla base di fatti non comprovati e non oggettivamente certi. In termini generali la Cassazione ha spiegato che il diritto di critica si deve bilanciare con il rispetto dei diritti e delle libertà altrui e la tutela della persona umana.

Non sono infine giustificate all’interno della critica espressioni intrise di volgarità e insulti, finalizzate esclusivamente a ledere il decoro e la reputazione dell’azienda e del suo fondatore, perché un simile comportamento travalica il limite della correttezza formale.

Fabio

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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