Forse stai buttando via tantissimi soldi senza saperlo! In alcuni casi chi ha la Partita Iva può non pagare i contributi Inps. Vediamo tutto nei dettagli.
Sulla questione dei contributi Inps per le Partite Iva, i dubbi superano di gran lunga le certezze e vige ancora molta confusione intorno a questo argomento. Partiamo da un presupposto: in Italia ogni lavoratore è tenuto al pagamento dei contributi Inps i quali sono funzionali alla sua futura pensione.
Se ho una pensione privata posso decidere di rinunciare alla previdenza sociale e, dunque, non pagare i contributi Inps? Assolutamente no: questa possibilità nel nostro Paese non esiste. Anche chi ha un fondo previdenziale privato è comunque tenuto a pagare i contributi all’Inps.
A quanto ammonta l’aliquota da pagare? Un dipendente paga il 9,19% di sua tasca e tutto il resto è a carico del datore di lavoro. Un libero professionista invece paga tutto di tasca sua e l’aliquota varia a seconda della gestione a cui è iscritto che, a sua volta, dipende dalla sua categoria professionale.
Non tutti lo sanno ma ci sono casi in cui, tuttavia, un libero professionista può non pagare l’Inps. Ebbene sì: molti non ne sono a conoscenza e continuano a buttare via i propri soldi quando, invece, potrebbero godere di un reddito ben più alto. Nel prossimo paragrafo vediamo tutto nei dettagli.
Partita Iva: ecco quando puoi non pagare i contributi all’Inps
I contributi da versare all’Inps rappresentano una grossa fetta di stipendio che “se ne va” dalle tasche di un libero professionista. E si tratta di contributi obbligatori: come i dipendenti hanno le trattenute alla fonte, così un libero professionista è tenuto al pagamento non solo dell’Irpef e dell’Iva ma anche dei contributi per la sua pensione.
L’aliquota Inps da pagare varia a seconda della categoria lavorativa a cui si appartiene. Solitamente in Italia un libero professionista versa all’Inps un’aliquota che va dal 24 al 26% del suo reddito complessivo. Ma ci sono casi in cui un lavoratore autonomo può non pagare i contributi all’Inps e avere, dunque, un reddito molto più ricco.
La vigente normativa in materia ci dice che se un lavoratore dipendente che apre una Partita Iva per svolgere una seconda attività secondaria, per arrotondare diciamo, allora non dovrà versare i contributi all’Inps oltre a quelli che, naturalmente, versa con il suo lavoro da dipendente.
Deve trattarsi, però, di una Partita Iva per un’attività commerciale e secondaria rispetto al lavoro da dipendente, non può, ad esempio, godere di questo beneficio chi fa l’artigiano. Si ricorda inoltre che un lavoratore dipendente può svolgere, con Partita Iva, una seconda professione come libero professionista purché:
- non sia un dipendente pubblico con contratto a tempo pieno;
- la seconda attività non confligga e non faccia concorrenza alla prima. Se lavoro come dipendente per un’azienda di abbigliamento non posso, come libero professionista, creare un mio brand o vendere articoli di abbigliamento. Posso, invece, ad esempio, vendere integratori sportivi o tazze o generi alimentari.
In queste situazioni, pertanto, niente contributi all’Inps.